“L’Orto dei talenti” per coltivare il futuro
Ovada. “L’Orto dei talenti” è un programma di laboratori gratuiti, in cui si sperimentano le principali attività tipiche di alcune aree professionali, per consentire ai ragazzi tra gli 11 e i 14 anni di scoprire e imparare a coltivare i propri talenti.
Il progetto è stato giudicato meritevole di finanziamento dalla Compagnia di San Paolo, nell’ambito del programma “Kit montiamo il tuo futuro”.
I ragazzi della scuola dell’obbligo di Ovada e della zona si metteranno alla prova nella grafica digitale, nella programmazione, nella scrittura manuale, nell’elettronica e nella meccanica, nel lavoro di un’agenzia turistica e nell’agricoltura. E per essere buoni cittadini si passerà dal “laboratorio di legalità” a cura del presidio ovadese dell’associazione Libera “Antonio Lardieri”.
Emilio Nervi, referente per informazioni ed iscrizioni, è disponibile presso la segreteria del Centro Oratorio Votivo in via Gramsci, 9 (tel. 0143/822387) o all’indirizzo mail progetti.ovada@casadicarita.org. Il programma completo delle attività è in continuo aggiornamento ed il calendario degli appuntamenti è visibile sul sito internet ortodeitalenti.wix.com/home. Chi avrà frequentato tutti i laboratori, otterrà la “patente dell’Orto dei talenti”, per guidare con successo le proprie scelte future.
Ma un orto c’è davvero, non è solo uno slogan.
Si è scelto di coltivare un orto a scuola perché significa coltivare dei saperi, che hanno a che fare con i gesti, con un apprendimento esperienziale che le generazioni più giovani non sempre hanno modo di sperimentare. L’orto permette di “imparare facendo”, di sviluppare la manualità e il rapporto reale e pratico con gli elementi naturali e ambientali, di sviluppare il concetto del “prendersi cura di”, di imparare ad aspettare, di cogliere il concetto di diversità, di lavorare in gruppo. E consente agganci reali con l’educazione alimentare e il cibo, ovvero con il proprio ruolo di cittadini attivi.
Per questo presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Barletti” sta nascendo un orto condiviso e co-progettato dagli allievi dell’Istituto agrario, dai ragazzi delle scuole medie e dagli operatori del progetto, Felice Tuosto per la Casa di Carità Arti e Mestieri di via Gramsci e Giuseppe Vigo per l’Istituto agrario.
Gli studenti del terzo anno delle scuole secondarie superiori ovadesi e gli educatori dell’Oratorio parrocchiale si stanno allenando al compito di accompagnare i più giovani con il coach Renato Benzi, che ha preparato il percorso per trasformarli in ”peer operator”. Oltre alle competenze di comunicazione e relazione in un gruppo di lavoro, i ragazzi riceveranno preziosi consigli sul come imparare mentre si insegna e come formulare obiettivi raggiungibili.
Alla prof.ssa Raffaella Romagnolo sarà affidato il compito di aiutare gli studenti nella riflessione e nella raccolta dei frutti di questo importante lavoro.
La “peer education” si fonda sull’esperienza che quando proviamo una qualche comunanza con un’altra persona o ci sembra di condividere con lei le stesse problematiche o le stesse esperienze, questa persona diventa per noi un interlocutore credibile, di cui ci si può fidare. I pari diventano dunque dei modelli per l’acquisizione di conoscenze e competenze di varia natura e per la modifica di comportamenti e atteggiamenti. È una strategia educativa che attiva un processo di passaggio di conoscenze, emozioni ed esperienze tra i membri di un gruppo. Le persone diventano soggetti attivi del loro sviluppo e della loro formazione, attraverso il confronto tra punti di vista diversi, lo scambio di idee, l’analisi dei problemi e la ricerca delle possibili soluzioni.
I “perre operator” condurranno le attività pratiche e la raccolta delle esperienze dei ragazzi della secondaria di primo grado, insieme ai propri insegnanti ed ai consulenti di orientamento e in ogni fase di lavoro dei laboratori e dell’Orto, dall’ideazione alla valutazione, saranno loro a costruire il percorso.
L’efficacia dell’intervento di educazione tra pari faciliterà la ricerca di soluzioni in autonomia ed i processi di interiorizzazione in base alle azioni promosse e alla loro rielaborazione. L’esperienza di successo, la fatica del percorso, i dubbi e le domande dei più giovani troveranno interlocutori più vicini nei ragazzi più grandi.
I primi risultati di questo lavoro sono i cassoni di coltivazione delle fragole, ottenuti dal riciclo di bancali e grazie al lavoro volontario degli allievi del Centro di formazione professionale della Casa di Carità Arti e Mestieri. Abilità tecniche già comprovate in area meccanica possono facilmente essere trasferite in un altro terreno.
Ma le sorprese non mancheranno: proprio per lasciare più ampia la possibilità di intervento dei ragazzi, il progetto prevede fasi e strumenti che verranno via via valutati e realizzati con loro.
Mercoledì pomeriggio 22 marzo, presso l’Istituto Superiore “Barletti”, il team dell’Orto al completo ha presenterà ai genitori e ai ragazzi ovadesi il proprio progetto.