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La conferenza di Alfred Brendel

Acqui Terme. Il 21 luglio 2017 è una data musicale che la città deve scolpire, per forza, nella sua storia. “Un giorno speciale” è anche la definizione di Misha Quint. Che con tali parole – in questo caldissimo venerdì d’estate – introduce uno dei più grandi maestri viventi del pianoforte: Alfred Brendel. (Che nel mattino non ha mancato di compiere anche una passeggiata nel centro storico).

La sua conferenza (ovviamente in lingua inglese) raduna una platea che la Sala della Meridiana contiene a stento. Oltre 120 persone. E c’è chi, ovviamente, si siede anche a terra.

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Interessantissima la lezione che sappiamo, negli ultimi anni, ha fatto il giro del mondo. (Segnaliamo comunque, per chi volesse approfondire, l’intervista dallo stesso titolo, On Mozart, realizzata da Martin Meyer al Maestro, e disponibile sul web, sul sito de “The New York Rewiew of Books” /nybooks.com).

Didatticamente una disamina illuminante, perché tesa ad inquadrare il pianoforte di Mozart (con ovvi cenni al resto: ecco Papageno e il Festival di Salisburgo, e una citazione per i modelli di interpretazione Elisabeth Schwarzkopf e Christa Ludwig), nell’ambito – largo e interdisciplinare – dei contemporanei di Wolfgang. E poi degli ascoltatori delle epoche successive.

Sì, perché – anche per Mozart – la sua arte dipende dai lettori/dagli interpreti /dagli intermediari.

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Un poco più tecnica e specialistica è la riflessione su cadenze e abbellimenti, e sui modi i rendere l’enfasi. Ma ciò che Alfred Brendel mostra è, oltre ad una memoria prodigiosa, anche un approccio alla tastiera – che ora accarezza e ora calca con improvvisa energia, un “tocco” davvero di pochi – che è sempre quello che lo ha reso celebre nel passato.

Nell’ascolto, però, le emozioni più vive

Perché Alfred Brendel segue, inizialmente, con gli occhi chiusi, apparente immobile le sue esecuzioni di un tempo. Ma poi, ora dal viso, ora dagli impercettibili movimenti della mano – ora accennati, ora più decisi – comprendi altro. A pieno.

Lui, idealmente, “quel Mozart”, lui lo sta ancora suonando. E vivendo.

 G.Sa

Articolo completo su L’Ancora n.30 del 30 luglio 2017 – e inoltre sempre sul giornale – “Bettina Winkler e Alfred Brendel”.

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