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Natale, il vero senso della sua festa

I tre parroci invitano a veicolare l’annuncio di Gesù

Canelli. Gli auguri dei tre parroci di Canelli (Luciano, Carlo, Pinuccio) ci invitano a veicolare l’annuncio stesso di Gesù, vero senso del Natale, protagonista di una festa  che altrimenti non avrebbe ragion d’essere e di una storia che senza di Lui non avrebbe altra “chiave di lettura”.

Auguri di don Luciano.

«In un giorno che i libri di storia non dicono, in un villaggio lontano dalla gente “che conta”, una donna accoglie  in casa sua uno straniero sconosciuto. Dirà infatti un giorno: “Il mio regno non è di questo mondo” (Gv. 18,36). Eppure non è estraneo alla terra: Perché “il mondo fu fatto per mezzo di lui” (Gv. 1,10).

Decide di avere fame, sete, sonno, di sentire il freddo e il caldo, la necessità e il dolore, vuole avere bisogno di tutto, soggetto a tutte le limitazioni che comporta l’impegnativa, ma esaltante fatica di vivere. Un uomo a tutti gli effetti.

Viene per contagiare, tra gli uomini, l’amore di suo padre, unico e prezioso  contenuto della sua bisaccia. E la strada  per realizzare il progetto non è la forza. Non fa violenza a nessuno. Propone.

Incuriosisce vicini e lontani, tutti quanti l’ascoltano “Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo” (Gv. 7, 46).

Chiede la collaborazione di tutti per la riuscita della sua opera che poi è a vantaggio dell’umanità. Valorizza la più piccola scintilla di bene presente nel cuore di un uomo e “non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta” (Is. 42,3) e così, stimolandola, l’aiuta a crescere e ad esprimersi.

A questo modo, tacitamente, insegna a fare altrettanto».

Auguri di don Carlo.

Ammirando la recente scultura che campeggia nella nuova rotonda di Canelli “Il Germoglio”, detta comunemente “La Piramide” mi sono tornate alla mente le parole del profeta “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto spunterà dalle sue radici” (Is. 11,1) con cui Isaia preannunciava la venuta del Messia, collocandolo nella discendenza  del re Davide. Una discendenza che sembrava ormai spenta, finita. Gesù ha vinto il vuoto, l’aridità, la delusione, l’incredulità del popolo di Israele . Ha “squarciato i cieli” e nel grembo verginale di Maria si è fatto carne per guarire dal di dentro la nostra natura, corrotto dal peccato.

Celebrare il Natale in questo mondo, angosciato, deluso, privo di speranza, è rinnovare la certezza di fede che il Signore non si dimentica mai di noi e continua ad amarci e a  perdonarci.

Sulle righe storte  dell’uomo, presuntuoso e sicuro di sé, Dio sa scrivere diritto. L’immagine della vigna, del germoglio, a noi così famigliari, ci ripete, nel linguaggio della Bibbia, l’amore delicato, quasi materno di Dio.

Pertanto ci rivolgiamo a lui con le parole del salmo 79 “Proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, il germoglio che ti sei coltivato …”.

Buon Natale a tutti nella gioia, nella pace e nell’incrollabile speranza di un futuro migliore».

Auguri di padre Pinuccio.

«Partendo dalla celebrazione del 40° della sua Parrocchia del Sacro Cuore che non è per ripercorrere un “pezzo di storia” o per un auto – celebrasi, ma per ricordare che siamo una Comunità parrocchiale costituita  per portare Gesù agli altri vivendo il suo insegnamento  e ricordare la nostra vocazione di cristiani che vivono la stessa Fede e vogliono comunicare agli altri la bellezza dell’essere cristiani nella condivisione.

Una condivisione non limitata, nell’immediato  “condividere qualcosa con gli altri, ma condividendo in tutto, la nostra umanità, eccetto il peccato.

Con il mistero dell’Incarnazione, il Natale di Gesù, celebriamo la vicinanza di Dio alla storia dell’uomo e il motivo della gioia che nasce dalla consapevolezza che Dio non ci abbandona con la possibilità di comprendere quanto anche noi possiamo fare condividendo ciò che siamo e che abbiamo.

Auguri quindi di Natale non  come semplici cordialità, ma frutto di un cammino di Fede, nella condivisione».

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