Ovada

Sino in Tu­nisia per Tabar­ka, patrimonio mediterraneo

Ovada. Il 5 maggio anche Ovada  sarà presente in Tuni­sia, al convegno internazionale su Tabarka, avente per scopo la candidatura della città a pa­trimonio dell’Umanità per la sua storia singolare e la cultura secolare.

Per Ovada saranno presenti all’hotel tabarchino Itropika En­rico Lomellini Ottonello (al centro della foto, con l’abito), di­scendente dalla famiglia  geno­vese che 500 anni fa decise di recarsi nell’isola mediterranea di Tabarka per la pesca del co­rallo, e Giacomo Gastaldo, se­gretario dell’Accademia Urben­se.

Quella dei genovesi di Pegli a Tabarka per pescare il corallo è una storia avven­turosa e ricca di forti connota­zioni culturali. Era il 1541 quando i primi pegliesi sbarca­rono a Tabarka per poi inse­diarsi nell’isola per tanti anni, sino a quando finirono sotto la dominazione degli Arabi ma fu­rono affrancati da Carlo V°. Il re li trasferì nell’isola sarda di San Pietro, precisamente a Carloforte ed è per questo che ancora oggi nel luogo si parla il genovese.

All’importante convegno inter­nazionale saranno presenti molte autorità, tra cui i ministri tunisini della Cultura  e del Tu­rismo e Artigianato, gli amba­sciatori d’Italia e Spagna dove si trova Nuova Tabarka, pres­so Alicante; i sindaci di Ge­nova-Pegli, Carloforte, Cala­setta, oltre al padrone di casa dell’attuale Tabarka. Intervento in francese di Enrico Lomellini.

Dopo i diversi interventi, firma del protocollo d’intesa del par­tenariato e del gemellaggio fra tutti i tabarchini, storici ed at­tuali.

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