Acqui Terme

Montagnaterapia in Piemonte

Acqui Terme. Sono oltre 40 i gruppi di cura nell’area della disabilità intellettiva e 15 negli ambiti della salute mentale, delle dipendenze e problematiche sociali a operare nel campo della “montagnaterapia” in Piemonte, in base al censimento fatto dal Coordinamento dei gruppi, diretto dal Club alpino italiano e dalla Regione. È quanto emerso a Torino nel corso del convegno “Una montagna accogliente – prospettive per la rete territoriale piemontese della montagnaterapia”, cui hanno preso parte gli assessori regionali all’Ambiente, Alberto Valmaggia, e alle Politiche sociali, Augusto Ferrari.

La montagna come luogo ed esperienza di cura per le disabilità ma anche come maestra di vita per giovani e meno giovani, alle prese con le sfide del quotidiano e desiderosi di “disintossicarsi” dal rumore della società contemporanea, che spesso priva di due fattori semplici quanto fondamentali per la stabilità dell’individuo: il silenzio della natura e il buio di della notte stellata. Nella giornata sono passati in rassegna i vari progetti vincenti sul territorio, dal gruppo di escursionisti montani affetti da diabete, alle gite nei rifugi del Monviso con ragazzi troppo lontani dalla natura e troppo assorbiti dal web.

«Il convegno – ha spiegato l’assessore Ferrari- rappresenta un ulteriore passaggio, direi di maturazione, che il movimento di montagnaterapia compie. È l’occasione per incontrarsi tra realtà diverse, in particolare tra servizi turistici e servizi socio-sanitari, per scrivere insieme un documento per un turismo accogliente per tutti e rivolto a tutte le fragilità in regione».

Una visione condivisa da tutti i partecipanti, che nei vari tavoli di lavoro su rifugi, parchi, amministrazioni pubbliche e risorse locali, montagna e sport e sentieristica, hanno dato il loro contributo allo sviluppo della rete regionale della montagnaterapia. «A quanto mi risulta – ha proseguito Ferrari – è il primo tentativo del genere nel nostro Paese. Certamente una bella intuizione che non può che essere stata ispirata dall’esperienza di cammino lento, condiviso e, a tratti, a dirla tutta, anche difficoltoso, in montagna, laddove è possibile accorciare le distanze, conoscere meglio se stessi e condividere positivamente il punto di vista degli altri».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio