Ovada

Ovada: il corteo del 1º Maggio

Ovada. La festa del lavoro è stata celebrata in città il 1° maggio dai tre sindacati confederali. Concentramento presso la sede della Soms, quindi corteo per il centro città, per arrivare infine in via San Paolo ed il Giardino della Scuola di musica, dove si sono  svolti gli interventi conclusivi.

In testa al corteo la Banda Musicale cittadina diretta dal M° G.B. Olivieri, a seguire i rappresentanti delle tre Confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil organizzatrici della riuscita manifestazione e della Soms con le rispettive bandiere, quindi diversi sindaci della zona di Ovada, assessori e consiglieri comunali e tanti cittadini.

Al Giardino di via San Paolo ha introdotto G.B. Campora Isnaldi, segretario zonale della Cisl: “Stiamo festeggiando insieme per i diritti sacrosanti dei lavoratori e dei pensionati”.

E poi l’intervento del sindaco Paolo Lantero: “C’è una continuità tra il 25 Aprile ed il 1° Maggio, dalla festa della Liberazione a quella del lavoro portatore di dignità. Ma sono soprattutto i giovani a pagare il prezzo più alto della mancanza di lavoro, in zona come altrove. E poi sono inaccettabili le morti sul lavoro, è un peso sulla coscienza”.

La parola poi a Luigi Ferrando, della Segreteria provinciale Uil, che ha svolto l’orazione finale unitaria a nome dei tre sindacati.

È partito da lontano Ferrando, pensando soprattutto all’Europa: “È il vaso di coccio che sta in mezzo a Putin e Trump e si appresta ad elezioni incerte mentre il populismo avanza. Eppure noi del sindacato avvertiamo che ce n’è tanto bisogno, di Europa e di regole comuni…

E in Italia? L’unica forza per i lavoratori ed i pensionati è un sindacato unitario e coeso, che prende parte attiva alla contrattazione ed al dialogo. Il sindacato ha presentato al Governo  la sua piattaforma in modo unitario: la legge di bilancio taglia gli investimenti necessari per la crescita, c’è stagnazione dovunque e tanta pressione fiscale.

Intanto lavoratori e pensionati costituiscono il 94% del gettito dell’Irpef! E chi evade non è un furbo ma uno che delinque a danno dei cittadini. Ci vuole il rinnovo dei contratti, bloccando la delocalizzazione; occorre una redistribuzione dei redditi, ponendo il lavoro al centro. Diciamo al Governo: massima attenzione al lavoro. Chiediamo salari adeguati ai nuovi costi sociali”.

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