Ovada

Il 25 Aprile celebrato senza la gente: ricominciare

Ovada. La festa della Liberazione dal nazifascismo è avvenuta dopo 75 anni con modalità particolarissime, dettate dalle restrittive misure governative per contenere la diffusione dell’epidemia, che oltretutto in Piemonte ed in provincia si dimostra ancora particolarmente virulenta e diffusa.

Il sindaco Paolo Lantero e la Giunta comunale si sono recati nei tre luoghi-simbolo cittadini della Liberazione (Monumento alla Resistenza di via Gramsci, Monumento ai caduti di tutte le guerre e Lapide dei fucilati in piazza XX Settembre) per deporre le corone, in un silenzio “assordante”.

La festa del 25 Aprile era cominciata alle ore 11 sul sito istituzionale del Comune, con la Banda musicale “A. Rebora”, diretta dal m.° Olivieri, che ha eseguito l’Inno di Mameli.

E’ seguito un breve intervento del sindaco Lantero, che ha rimarcato l’importanza di tre parole: libertà, democrazia, fratellanza. Con esse  “si deve ricominciare, non ripartire”, nell’ambito di un nuovo patto sociale, come avevano fatto i nostri Padri fondatori della Costituzione. “Un patto sociale in cui ci si senta meno distanti di prima” perché l’unione di intenti e di azioni mai come ora può essere determinante “per ricominciare”. Quindi ancora la “A. Rebora” ha suonato  “Bella ciao”.

In tante case degli ovadesi si è voluto ricordare il 25 Aprile cantando, suonando, a distanza ma uniti dal ricordo di quanto accaduto 75 anni fa e dal desiderio di “ricominciare”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio