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Il Premio Acqui Storia e i tanti protagonisti del gala finale

Acqui Terme. È stato, più che mai, il Premio “Acqui Storia” dei Testimoni quello di sabato 17 ottobre al Teatro Ariston.

In sala ci sono, in primis, i Testimoni di un impegno, prestato dal febbraio scorso, legato ad un’emergenza che purtroppo continua: ecco il personale sanitario, i volontari, le pubbliche assistenze cui l’edizione è dedicata. È per loro che il Sindaco Lucchini e l’Assessore regionale Protopapa chiamano il primo applauso.

Ma poi c’è anche Roberto Giacobbo che non nasconde i 40 giorni di degenza in ospedale, di cui 15 in rianimazione. E la paura e il rischio provati.

 Poi i “Testimoni del Tempo”. E la manifestazione li identifica, come tradizione, in due figure.

Il prof. Alessandro Barbero, per le sue rare qualità di docente capace di appassionare alla Storia in ambito universitarioquindi, il prof. Paolo Pezzino (Istituto Nazionale Ferruccio Parri & rete federativa degli Istituti Storici della Resistenza e dell’Età Contemporanea), curatore con il magistrato Marco De Paolis – insignito da noi nel 2018, per la sua indagine processuale relativa a Cefalonia – della collana dei saggi dedicata ai processi per crimini di guerra in Italia.

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 L’altro capitolo concerne i Testimoni “del passato”. Sono le fonti (uomini e cose) primarie della Storia a guadagnarsi ora il palcoscenico.

 Per quasi mezz’ora la Cerimonia rende onore alla video testimonianza di Bruno Bertoldi, 102 anni, uno degli ultimi sopravvissuti di Cefalonia, e all’avventurosa, incredibile, epica vicenda del suo ritorno a casa.

 Quindi, nel segno di una poetica della storia che deve cercare, con le parole, le persone di valore, è Gad Lerner ad illustrare il senso della costituzione di un catalogo memoriale (si va verso le 500 video interviste) in cui gli ultimi partigiani hanno la possibilità di offrire un lascito di ricordi e di ragioni del loro impegno alle nuove generazioni.

 La Storia è inevitabile interpretazione oltre ad essere sempre “presente”. E il tema della “presentezza” storica è particolarmente caro a Luciano Canfora, ricordando Benedetto Croce; e la storia diventa presente anche in Roma città aperta di Roberto Rossellini,quando il pubblico 1945 vorrebbe davvero poter stringere la mano di Don Pietro/Aldo Fabrizi, parroco vicino ai perseguitati e ai partigiani, portato via dai tedeschi. La chiosa è di Gian Piero Brunetta.

 Dalle fonti, dai testimoni, dalle testimonianze, ancora una volta, non si può prescindere. Ci sono le carte ma anche altri documenti visivi del Novecento: Roberto Olla rammenta il suo stupore nel rinvenire, negli USA, i combat film girati dai video operatori della Quinta Armata americana in Europa (e c’erano i futuri maestri John Huston e Billy Wilder).

 Infine anche Mariapia De Conto confessa di aver sentito il bisogno di vivere, per qualche tempo, a Berlino, “larga e potente fonte materiale”, per poi scrivere Il silenzio di Veronika, romanzo storico che fa data dal 1989 caduta del Muro. (dal testo di di G.Sa)

Maggiori particolari sulla serata e sugli incontri tra studenti e vincitori su L’Ancora n.39/2020

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