Acqui Terme

Patto Coldiretti e Regioni del bacino Padano contro polveri sottili

Acqui Terme. Un patto tra Coldiretti e Regioni per ridurre l’inquinamento da polveri sottili promuovendo progetti di economia circolare da inserire nel Recovery Plan e in un piano nazionale per la transizione ecologica.

È il risultato dell’incontro tra Coldiretti e le Regioni del Bacino Padano per valorizzare il ruolo delle campagne e degli allevamenti nella lotta allo smog, dopo il deferimento dell’Italia da parte della Commissione Europea per il mancato rispetto dei valori limite di sostanze inquinanti, che rischia di tradursi in pesanti sanzioni economiche.

All’incontro erano presenti il presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo, il delegato Confederale, Bruno Rivarossa, e per la Regione Piemonte il vicepresidente, Fabio Carosso, e l’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa.

“L’agricoltura italiana contribuisce per appena il 7% alle emissioni inquinanti ma nonostante ciò ci sono ancora margini per rendere i nostri allevamenti ancora più green con impianti in grado di produrre energia pulita e fertilizzanti naturali per le produzioni biologiche e tradizionali, in un’ottica di economia circolare – affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo -. Serve estendere un Piano di sviluppo nazionale di transizione ecologica per le Regioni a vocazione zootecnica per aiutare le imprese ad acquistare i macchinari e a fare un posizionamento comune per il Ministero della transizione ecologica per avere adeguata attenzione nel Recovery Plan. Dobbiamo mettere in campo gli strumenti necessari per aiutare tutte le nostre aziende, a prescindere dalle dimensioni, per affrontare il processo di innovazione e di maggiore sostenibilità e garantire omogeneità delle misure sulla lotta all’inquinamento, assicurando l’efficienza dei risultati e salvaguardando la competitività delle imprese. L’agricoltura del Bacino Padano riveste un ruolo fondamentale per il Made in Italy agroalimentare, dalla produzione delle Dop più note all’export, fino all’impatto occupazionale”.

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