Acqui Terme

Riapertura: nei centri urbani per i ristoratori può essere più difficile organizzarsi, più semplice negli agriturismi

Acqui Terme. La riapertura di bar, ristoranti e agriturismi per il servizio al tavolo all’aperto vale quasi un miliardo di euro in fatturato, nel periodo dal 26 aprile fino al 1 giugno quando sarà prevista anche la possibilità di accedere all’interno dei locali.

È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti delle nuove regole ipotizzate per il DL Covid allo studio del Governo.

Nello stesso DL sarà previsto l’arrivo, dal 1 giugno, della Carta Verde per consentire spostamenti tra regini di diverso colore.

L’arrivo del green pass salva le vacanze estive nel Belpaese di quasi 23 milioni di italiani che prima della pandemia avevano trascorso una vacanza in Italia tra giugno ed agosto, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat.

“Se nei centri urbani può essere più difficile che i ristoranti si organizzino con spazi all’aperto, questo è decisamente più semplice per i nostri agriturismi che si stanno  attrezzando per offrire agli ospiti la possibilità di in ampie aree all’aperto – affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo -. Le riaperture sono indicate come priorità da quasi un italiano su tre, 30%, che desidera tornare in pub, ristoranti e agriturismi per trascorrere momenti conviviali a tavola insieme a parenti e amici, secondo un sondaggio condotto on line da Coldiretti. Una misura attesa dopo mesi di lockdown che ci hanno privato di una componente importante della socialità e tagliato pesantemente i redditi degli operatori con un crollo del fatturato della ristorazione del 42% nel 2020”.

Sul comparto turistico grava anche l’assenza di stranieri: la provincia di Alessandria, fino al 2019, registrava circa 1milione di presenze turistiche grazie anche agli stranieri, soprattutto, provenienti da Germania, BeNeLux e Francia.

“In crisi – continuano Bianco e Rampazzo – è l’intero sistema della ristorazione con le difficoltà che si aggravano e travolgono a valanga tutti i settori dell’agroalimentare con vino e cibi invenduti per un valore di 11,5 miliardi dall’inizio della pandemia. Dalla carne, ai salumi, dal vino ai formaggi: sono diversi i prodotti alimentari piemontesi di eccellente qualità che trovavano sbocco principalmente nella ristorazione di alto livello. Per questo è fondamentale far ripartire il turismo al più presto, per evitare il rischio di un’estate senza stranieri in vacanza in Italia”.

Ciò costerebbe 11,2 miliardi per le mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Bankitalia.

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