Ovada

Saggi e testimonianze di scrittori, poeti, critici d’arte e docenti universitari per Camilla Salvago Raggi

Ovada. Una bella iniziativa letteraria-culturale per la scrittrice Camilla Salvago Raggi.

È un libro di saggi e testimonianze sulla sua opera letteraria, realizzato da illustri scrittori, critici d’arte, poeti e docenti universitari, di cui molti amici della scrittrice, che si ritrovavano a giugno al Granaio di Campale per un pomeriggio di letteratura, di cultura e di piacevole conversazione.

Nella prefazione del libro, scrivono Rosa Elisa Giangoia e Stefano Verdino: “Nel cuore della sua “quinta età”, Camilla Salvago Raggi non cessa di stupire i suoi lettori, i suoi amici, i suoi fans, per l’energia con cui affronta costantemente le sue giornate (“per me riposare è fatica”, dice) anche nelle inevitabili insidie degli anni. Una dote straordinaria del suo spirito è la tonalità di “allegro con brio”, che pare un tratto  ineguagliabile poiché connesso alla età più che veneranda…”

Un gruppo di amici e suoi lettori con questo volume vuole testimoniare, con interventi diversi per taglio e argomento, il proprio grande affetto per una interlocutrice unica e straordinaria.  

“Saggi e testimonianze per Camilla Salvago Raggi”, Il Canneto editore, il titolo dell’opera, realizzata anche per celebrare i suoi 97 anni. 

Il libro, di 160 pagine, è scritto da Giorgio Caproni, Massimo Bacigalupo, Giovanni Battista Boccardo, Alberto Boschi, Giovanni Capecchi, Attilio Mauro Caproni, Franco Contorbia, Nicolò De Mari, Francesco De Nicola, Giorgio e Lilli Devoto, Marco Doria, Rosa Elisa Giangoia, Giovanna Ioli, Vittorio Laura, Gianfranca Lavezzi, Beppe Manzitti, Giuseppe Marcenaro, Silvia Neonato, Giovanni Pacchiano, Gianni Priano, Carlo Prosperi, Ezio Quarantelli, Silvio Riolfo, Adriano Sansa, Emanuela Schenone, Giuseppe Sertoli, Andrea Sisti, Luigi Surdich, Arturo Vercellino, Stefano Verdino, Pier Antonio Zannon.

“Eppure quando qualcuno, scrivendo di me (rare volte ma succede) mi definisce una novantenne, un po’ ci resto male. Lo sono, anzi ben più che novantenne, ma un conto è dirselo da sé, un conto leggerla nero su bianco, quella parola in cui non mi riconosco. Meglio le parole – benevole – degli amici” – così Camilla Salvago Raggi.

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