Diocesi

Venerdì 10 settembre nel giardino del Vescovado serata in ricordo di don Angelo Carlo Siri

A dieci anni dalla scomparsa di don Angelo Carlo Siri, l’Archivio diocesano ha voluto ricordarne la figura e l’opera multiforme che per anni lo ha visto spendersi generosamente quale parroco, docente di religione, direttore dell’Archivio stesso e animatore indefesso di numerose iniziative culturali e caritative. Tutto all’insegna dell’amore e di una testimonianza dei valori evangelici, più praticati che predicati, al servizio degli altri, dei giovani, dei meno fortunati, con una sensibilità pari solo alla discrezione. Da umile ma tenace operaio nella vigna del Signore. La sua era una fede vissuta, contagiosa e trascinante. Quasi impossibile dirgli di no, resistergli, non lasciarsi conquistare dalla sua semplicità, dal suo ardente trasporto. Egli celava una solida cultura dietro una sorniona nonchalance, dietro un sorriso accattivante e un understatement che conquistava. Con spirito francescano ci ha insegnato a non prenderci troppo sul serio, a metterci in gioco, a collaborare, a condividere, spassionatamente. In allegria. Dell’Archivio da lui incrementato ha saputo fare un cenacolo di amici e di ricercatori, una fucina di iniziative, un centro vitale per la valorizzazione del patrimonio culturale della diocesi. Lo guidava in questo un amore sviscerato per la verità e per la tradizione, per le persone e per i luoghi da loro attraversati nel loro transito terreno, lasciandovi tracce della loro variegata umanità, tra miserie e splendori, prove di fede  e di cristiana perseveranza, ma anche debolezze ed errori della comunità ecclesiale in cammino.

In onore di don Angelo, nel giardino del Vescovado, venerdì 10 settembre, sono stati presentati i due ultimi volumi della collana “Solatia” ispirata dall’opera omonima di mons. Gregorio Pedroca, il benemerito vescovo di Acqui al quale don Siri aveva dedicato la sua tesi di laurea. Lucilla Rapetti ha ricostruito, con la consueta e scrupolosa acribia, la storia de La Madonnina. La chiesa di N. S. della Neve in Acqui Terme, mentre ad una nutrita serie di ricercatori locali si deve il volume collettaneo Scritti in ricordo di don Angelo Carlo Siri: volume di cui il prof. Marco Francesco Dolermo ha stilato l’«Introduzione». La serata, alla presenza di mons. Luigi Testore e di un pubblico non meno numeroso che attento e partecipe, è stata allietata dagli intermezzi musicali del soprano Marta Guassardo accompagnata al pianoforte dal maestro Simone Buffa; a condurla, con l’arguta facondia che ben gli conosciamo, il prof. Bruno Gallizzi. A lui è toccato l’onore di rendere omaggio per primo alla indimenticabile figura del compianto don Angelo, rievocandone con commozione la straordinaria umanità. È poi toccato agli autori dei singoli saggi, tutti ugualmente grati e ammirati, rievocarne la personalità, sulla scorta dei propri personali ricordi, in modo da completarne il quadro memoriale.

Proprio ai «Ricordi», del resto, è dedicata  la prima sezione del libro, che si apre con un intervento di Luisa Rapetti («Don Angelo Carlo Siri, indimenticabile “collega”») seguito da un ventaglio di affettuose testimonianze di ex allievi («L’ITIS di Acqui ricorda Don Angelo Carlo Siri, docente di religione») e da un aneddoto del prof. Giancarlo Satragno che dell’amico scomparso sottolinea da par suo lo spirito burlesco, degno del leggendario piovano Arlotto. Gli altri saggi che compongono il volume sono, nell’ordine, i seguenti: «Senza recarsi in Via del Campo… Breve storia delle case chiuse acquesi tra il 1871 e il 20 settembre 1958» di Lionello Archetti Maestri; «”Il critico che sotto tal nome forse nascondesi”: un’opera di Giambattista Moriondo, 1746/7-1794, attribuita a Giacinto Vincenzo Della Torre» di Massimo Archetti Maestri; «Oltre il muro del convento. Processo a suor Margherita Pastorella» di Grazia Balduzzi; «Andrà tutto bene. La parodia del medico nella letteratura del ’500» di Gino Bogliolo; «Alle origini dell’Ordine dei Minimi: un nesso con il territorio ligure-piemontese?» di Elisa Camera; «Lo smottamento del monte Stregone del 31 marzo 1679 in una relazione del rabbino di Acqui Samuel David Ottolenghi» di Marco Francesco Dolermo; «Dieci anni in Gipsoteca» di Chiara Lanzi; «Sergeant Joseph Scarsi – electrician» di John & Angi Lilley; «Gli oratori privati nell’Ovadese» di Paola Piana Toniolo; «La ricerca genealogica e i libri parrocchiali» di Gabriella Parodi; «Eleonora Falletti, Signora di Melazzo e poetessa» di Carlo Prosperi; «S. Michele di Malvicino, S. Maria di Turpino e l’architettura minore della Val Bormida medievale».

Tutti gli autori presenti della miscellanea sono stati chiamati dal conduttore della serata ad interloquire con lui al fine di illustrare per sommi capi i contenuti delle proprie ricerche; quindi, a coronamento della manifestazione, la professoressa Lucilla Rapetti, rispondendo agli assist servitigli, con reverente sollecitudine, dall’emozionato e pure spigliato ex allievo, ha dato conto della sua laboriosa e meticolosa indagine sulla chiesa della Madonnina, tanto cara agli Acquesi e nondimeno ancora priva di una storia che ne ricostruisse per filo e per segno le vicende dalle origini ai giorni nostri. Così, nel migliore dei modi, all’insegna del ricordo e della memoria storica, si è chiusa questa bella serata di “Musica e parole” organizzata dall’Archivio diocesano con la collaborazione della casa editrice Impressioni Grafiche rappresentata dalla solerte Monica Mazzocchi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio