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Coldiretti: bloccare le linee guida proposte dalla Regione sulla fauna selvatica

“Serve un netto cambio di rotta della Regione sia nei contenuti sia nei modi: così vengono meno gli impegni presi dallo stesso assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa, lo scorso 8 luglio in piazza Castello durante la protesta degli agricoltori per l’invasione, ormai, insostenibile dei cinghiali, arrivati veramente a chiedere le chiavi delle nostre imprese e città. Quanto predisposto presenta almeno due macro criticità: da un lato, il metodo, poiché serve un approccio maggiormente strutturato e condiviso e non solo pochi giorni di tempo per presentare delle osservazioni ad un documento già “pre-confezionato” e dall’altro, il  merito perché quanto proposto va solo a favorire un ristretto gruppo di persone che, di fatto, negli anni hanno avuto il controllo dei territori a discapito degli agricoltori, delle effettive esigenze della cittadinanza e anche dei tanti cacciatori che non hanno mai potuto partecipare alle operazioni di selezione. In questa forma non determinata di approccio della Regione rischia di venire meno quanto ottenuto fino ad ora per il contenimento della fauna e, anzi, si danneggiano la società, con il costante aumento degli incidenti stradali, ed il settore agricolo, compromettendo ulteriormente l’equilibrio ambientale degli ecosistemi territoriali con la perdita della biodiversità ed il rischio di diffusione di malattie”.

È quanto evidenziano Marco Reggio Presidente Coldiretti Asti e Diego Furia Direttore Coldiretti Asti nel commentare le linee guida presentate dalla Regione rispetto alla gestione venatoria e all’attività di contenimento del cinghiale.

“Nel documento, sostanzialmente, viene rafforzato un sistema che negli anni ha fallito poiché la situazione resta al momento molto critica e grave e, nello stesso tempo, mortifica e, anzi, frena quelle nuove misure che consentivano in modo innovativo l’autodifesa, come la valorizzazione della figura del tutor – concludono Reggio e Furia -. Chiediamo urgentemente, quindi, che venga fatto un passo indietro rispetto a quanto proposto dalla Regione e che si possa aprire un vero e proprio confronto proficuo rispetto alle linee guida ma anche alle vere esigenze di tutto il Piemonte”.

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