Pallapugno Serie A, lo scudetto torna in Liguria dopo oltre 25 anni (gallery)

Olio Roi Imperiese 11Nocciole Marchisio 4

Cuneo. L’Imperiese Olio Roi si aggiudica il 101º scudetto della Fipap battendo, meritatamente, la Nocciole Marchisio Cortemilia per 11 a 4.  Federico Raviola (30 anni),  il capitano riporta così lo scudetto della pallapugno in Liguria dopo oltre 25 anni. L’ultimo successo ligure, nel 1996, con capitano il ligure Alberto Sciorella e spalla Andrea Lanza, che vinse, per i colori biancoblù dell’Imperiese gli scudetti 1995 e 1996. Gioia e felicità per il presidente Mauro Siffredi, e i suoi collaboratori, che dopo 27 anni, corona il suo sogno, giusto e meritato.

Pubblico delle grandi occasioni, sabato 4 novembre, allo sferisterio “Francesco Capello” di Cuneo, oltre 1150 paganti (vuol dire 1500 persone sugli spalti; numerosissimi anche quelli che hanno seguito la diretta de Lo Sferisterio sulla tv o sui canali social, per la cronaca di Fabio Gallina e la regia di Andrea Icardi). Ad arbitrare l’incontro Andrea Santini di Altare, coadiuvato da Giulia Viada di Peveragno e Stefano Castellotto di Montaldo Roero. Nella tribuna d’onore il presidente della Fipap, on. Enrico Costa, i consiglieri federali e numerosi ex giocatori su tutti il campionissimo  Felice Bertola (12 scudetti, solo in serie A), tecnici e dirigenti di altre società. Squadre in campo e inno nazionale cantato dal celebre soprano cuneese Serena Garelli, con tutto i presenti in piedi.

La squadre sono scese così in campo: Olio Roi Imperiese:  Federico Raviola, Oscar Giribaldi, Davide Iberto, Davide Malafronte, 5º giocatore Leonardo Pellegrino, D.T.  Riccardo Aicardi e Lorenzo Terreno. Nocciole Marchisio Cortemilia:  Massimo Vacchetto, Giulio Cane, Francesco Rivetti, Stefano Boffa 5º giocatore, Riccardo Meistro, Adriano Georghe, direttore tecnico Gianni Rigo e Giovanni Voletti, fisioterapista Massimo Bertolusso e preparatore Diego Roveta.     

Per il dott. Federico Raviola è questo il secondo scudetto della carriera, dopo quello del 2018, mentre per la spalla Oscar Giribaldi di Gorzegno, a 40 anni suonati è arrivato il meritato primo scudetto. Giribaldi è stato un buon giocatore tecnico, ma poco potente in battuta, un professionista esemplare. Mentre per i terzini Iberto e Malafonte, un’annata da incorniciare. Raviola da quando ha come direttore tecnico Riccardo Aicardi è cresciuto sia mentalmente che in tecnica e potenza, disputando tre incontri di finale specialmente quelli di Dolcedo e Cuneo ad altissimi livelli. Mentre per il dott. Massimo Vacchetto, 30 anni, 7 scudetti (meglio di lui solo Manzo 8 e Bertola 12) di cui tre consecutivi vinti negli ultimi anni, è stata questa la sua decima finale. Il campione d’Italia in carica, il grande Max, nelle tre gare non ha reso come i suoi numerosissimi tifosi si aspettavano. Per la quadretta della Nocciole Marchisio, giovane e con due cortemiliesi, Giulio Cane spalla e Riccardo Meistro terzino al largo che hanno affiancato il capitano Max e il terzino al muro Francesco Rivetti, vincitore del “Balon d’or” 2023, un’annata sempre ad alti livelli, ma non sempre si può vincere, dopo il tris non è arrivato il poker.

Raviola e Vacchetto si erano già affrontati in finale, sempre alla gara di spareggio, negli ultimi due anni. Ora i due capitani rimarranno ancora a Dolcedo e a Cortemilia e per il 2024 e a contedergli la finale ci sarà anche l’Albese di Paolo Vacchetto  con Bruno Campagno come spalla e con Bolla e Pola terzini.

G.S.  

Articoli su L’Ancora n. 41/2023 di domenica 12 novembre, in edicola da giovedì 9.

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