Acqui Terme

Giornata fauna selvatica, Cia: “Passare dalla tutela alla gestione”

Acqui Terme. In vista della Giornata mondiale della Fauna Selvatica, martedì 3 marzo, Cia Alessandria pone nuovamente all’attenzione delle Istituzioni la difficile situazione che il nostro territorio vive per il sovranumero dei selvatici in provincia di Alessandria, che causa un grave pericolo per l’incolumità pubblica e per la sicurezza stradale, oltre ad arrecare ingenti danni al comparto agricolo.

Nell’ambito del progetto nazionale Cia “Il Paese che vogliamo” l’Organizzazione ha consegnato alle Prefetture di tutta Italia, nel corso del 2019, la proposta di modifica della legge 157/1992 che regola la materia, ritenuta obsoleta da Cia, in quanto nata in una situazione completamente diversa da quella attuale. Ad Alessandria, il documento era stato consegnato dal presidente provinciale Gian Piero Ameglio, insieme ai membri di giunta Daniela Ferrando e Simona Gaviati, al prefetto Antonio Apruzzese.

Spiega Ameglio: “La finalità di fondo della nostra proposta è passare dal principio di protezione a quello di gestione, in cui si ricerca la densità migliore delle popolazioni selvatiche, in equilibrio con le caratteristiche dei territori. Incidenti stradali, aggressioni come avvenute ad un nostro socio e mancati raccolti non devono più avvenire. Torniamo quindi a chiedere attenzione ai Tavoli di lavoro competenti, a tutti i livelli”.

Cia propone che le competenze siano riportate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso un Comitato tecnico faunistico e venatorio, e non dividendo le responsabilità tra vari Ministeri, che appesantiscono inevitabilmente la burocrazia. Seppur connesse, secondo Cia devono essere mantenute distinte le attività di gestione della fauna selvatica e quella venatoria, per una migliore programmazione e gestione del sistema. Gli agricoltori, con il parere dell’Ispra, sui propri fondi devono poter essere autorizzati ad agire in autotutela, con metodi ecologici, interventi preventivi o con abbattimento se muniti di licenza di caccia e se convenzionati con personale ausiliario. Le attività agricole che abbiano subito danni da fauna selvatica, devono aver diritto al risarcimento integrale della perdita effettivamente subita a causa di animali di proprietà dello Stato; il risarcimento deve essere integrale e comprensivo dei danni diretti ed indiretti alle attività imprenditoriali. Infine, secondo Cia, occorre assicurare un efficace controllo ed adeguata tracciabilità della filiera venatoria, partendo dalla presenza di centri di raccolta, sosta e lavorazione della selvaggina, idonei ed autorizzati, in tutte gli areali di caccia.

Nella foto un momento dell’incontro organizzato da Cia Piemonte in Regione lo scorso anno insieme a sindaci per fare luce sulla questione.

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