Diocesi

Un saluto riconoscente a Don Salman

Don Salman Khokhar, dopo la prima esperienza sacerdotale ad Ovada, era arrivato ad Acqui con noi nella nuova Comunità Pastorale San Guido poco meno di due anni fa, il più giovane di noi tre. Insieme avevamo inaugurato questa nuova esperienza e lui aveva incominciato a seguire maggiormente la comunità di San Francesco.

In questo tempo è emerso che per lui l’ambiente di Acqui non era facile ed accogliente come quello che aveva trovato ad Ovada e la fatica ha incominciato a farsi sentire, fintanto che in questi giorni è giunta la decisione del Vescovo di trasferire il suo ministero nelle Parrocchia di Pontinvrea e Giusvalla.

Noi sacerdoti abbiamo perso un collaboratore intelligente e valido e lo ringraziamo per aver condiviso con noi questo tratto di cammino. Siamo certi che nelle sue nuove parrocchie saprà farsi voler bene e saprà essere una buona guida con l’esperienza acquisita in questi anni. La preghiera vicendevole e fraterna ci terrà uniti e guiderà ciascuno di noi nella nuova strada che ci attende.

Don Giorgio e Don Gianluca

Un commento

  1. Don Salman, ci uniamo a questo saluto RICONOSCENTE e ti ringraziamo dal profondo del cuore per il periodo che hai trascorso con noi e TRA noi. Apprezzavamo le tue Messe, come le apprezzava tutta la gente che lavora e trova sempre meno tempo (purtroppo) da dedicare alla Chiesa. “L’omelia deve essere breve, non andare oltre i dieci minuti, SENZA PRETESE SOGGETTIVE. E chi predica deve essere conscio che non sta facendo una cosa propria, sta dando voce a Gesù”. Queste non sono parole nostre, ma del nostro Santo Padre, Papa Francesco; e ad ogni liturgia, queste erano le regole a cui ti attenevi, in modo semplice e lineare. Molti dei fedeli, i giovani in particolar modo, non vivono la cristianità proprio a causa delle prediche soporifere, parziali, moraliste ed estremamente lente che molti sacerdoti amano infarcire di luoghi comuni e di facili insegnamenti. Per molti giovani, la Chiesa dovrebbe tornare semplicemente a spiegare la Parola del Signore, e questo era ciò che facevi tu, ed è il motivo per cui da molti di noi eri amato. Ma alla fine si sa, Acqui è vecchia. E ai vecchi piace perdere tempo in Chiesa, avendo ben poco da fare a casa, ai vecchi piace sentir sparlare degli altri, per poter pensare di sé stessi di essere migliori, (salvo poi lamentarsi e guardare comunque l’orologio quando la predica si fa troppo lunga). Tu, invece, non facevi sentire migliore o peggiore nessuno. Per te, così lontano dalle pessime dinamiche sociali acquesi, eravamo tutti uguali. Quindi ti chiediamo scusa, se non hai ricevuto l’amore che ogni comunità dovrebbe ai propri parroci. Ti salutiamo con affetto, e ti diciamo questo: non sentirti in difetto per averci dovuto lasciare. La colpa è soltanto nostra. Forse, un giorno, Acqui si scrollerà di dosso la vecchia polvere che le ricopre le spalle e diventerà una vera comunità cristiana di fratelli e sorelle. Arrivederci a quel giorno, Don Salman!

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