Cris, una testimonianza di un volontario della Croce Bianca di Carcare
Carcare. Sette anni fa, dopo una forte lotta contro il male, Cris se ne andava, lasciando ai suoi genitori e a chi la conosceva un vuoto incolmabile, lei era bella dentro e fuori, da Carcare fatti gli studi superiori era andata a Derby, dove si era laureata in Scienze Biologiche presso l’Università della città omonima e dove aveva lavorato come assistente almeno fino a quando il male l’aveva aggredita costringendola a rientrare a Carcare.
Amava moltissimo gli animali, sua è una foto su una rivista, dove è ritratta con un Barbagianni. Sul modello dei protagonisti de La mia Africa, film che amava moltissimo, spinta dal suo spirito avventuroso prese lezioni di volo e nel training di fine corso è ai comandi di un Cessna con cui sorvola Nottingham, Sheffield, Chesterfield e la cittadina sede della sua Università, Derby.
La conobbi quando io e Marcella del Servizio civile della Croce Bianca di Carcare, la accompagnavamo alle terapie che doveva affrontare e dopo ogni seduta offriva a me e Marcella un buon caffè. Voleva sempre sedere accanto all’autista sulla ambulanza, mai dietro forse non voleva sembrare una paziente. Era animata da un coraggio e da una forza d’animo incredibili con cui affrontava il dolore del male che diventava sempre più aggressivo e crudo.
Alla fine la luce fortissima che era in lei si è affievolita sino a spegnersi e se n’è andata lasciandoci un pochino più soli. La voglio ricordare con rispetto e con stima come si fa con le persone più forti di me e da cui bisogna prendere esempio.
Roberto Nicolick
C’è bisogno di segni come questi, di lei e di chi scrive di lei