Diocesi

Il messaggio del Vescovo per Pasqua

Pasqua: morte e risurrezione di Gesù Salvatore

La lettura della passione e morte di Gesù, narrata dai quattro evangelisti, mette in estrema evidenza il mistero del peccato che riguarda ogni persona e, quindi, anche ciascuno di noi. Nel peccato sono stati coinvolti anche i discepoli più vicini a Gesù: Giuda l’ha tradito, Pietro l’ha rinnegato, gli altri si sono dispersi in occasione del processo e della condanna a morte. Solo Giovanni è stato accanto alla croce.

La presenza del male è molto evidente nel nostro mondo: pensiamo agli orrori della guerra in Siria e in altre zone della terra; pensiamo agli attentati terroristici, alle tante forme di violenza nei confronti delle persone, violenza che giunge fino all’omicidio. Pensiamo anche alle idee che snaturano l’essenza della persona umana e che sono fatte circolare soprattutto attraverso i mezzi della comunicazione sociale.

La meditazione sulla passione del Signore Gesù deve aiutarci a prendere seriamente atto del peccato che è in noi, richiamandoci il fatto che il male commesso da ciascuno di noi influisce negativamente sull’umanità intera. Tale presa d’atto può suscitare in noi pessimismo e sfiducia.

La lettura della passione e morte di Gesù, per il credente, non è solo invito a rendersi conto del male presente nel mondo. È soprattutto un invito a guardare a Gesù, figlio di Dio fatto carne e sottomesso volontariamente alla morte per liberarci dal peccato.

Nel considerare il perdono del peccato offerto da Gesù a chi si affida a lui, non dobbiamo dimenticare che la liberazione dal male non è soltanto frutto della passione e morte di Gesù, ma anche della sua risurrezione.

È grazie, infatti, alla risurrezione che l’umanità di Cristo, glorificata, entra in cielo presso il Padre e lì intercede a nostro favore per il perdono dei peccati, per la nostra salvezza. Tale verità è messa in evidenza, ad esempio, dalla lettera agli Ebrei: “Per mezzo della Tenda più grande e più perfetta (cioè per mezzo del suo corpo glorificato)…Cristo è entrato una volta per sempre nel Santuario celeste… ottenendo così una redenzione eterna” (Ebrei 9,11-12).

Cerchiamo, allora, di non disgiungere mai la considerazione della passione e morte di Gesù dalla memoria della sua risurrezione.

Le verità considerate suggeriscono alcune conseguenze pratiche per la nostra vita.

Ad esempio: il lasciarci coinvolgere pienamente dalla grazia di salvezza offertaci da Cristo per purificarci dal peccato e per vivere l’amicizia con Dio. Tale coinvolgimento si verifica in modo speciale quando celebriamo il sacramento della riconciliazione e quando ci accostiamo all’Eucaristia.

Un’altra conseguenza pratica che sgorga dalla meditazione sulla passione, morte e risurrezione di Cristo: nutrire ferma fiducia nella possibilità di realizzare già fin da ora, anche se non in modo perfetto, la novità che Cristo ci offre e che consiste in un modo nuovo di rapportarci con Dio, con noi stessi, con gli altri, con il mondo creato. Questo nuovo modo di rapportarci è accogliere il Regno di Dio, che Cristo ha inaugurato e che attende la nostra collaborazione.

Di conseguenza un atto di amore per Dio, per gli altri; una sofferenza personale offerta al Signore; un gesto di rispetto e di custodia per il creato… sono come una piccola leva che può sollevare il mondo grazie alla morte e risurrezione di Gesù.

Buona Pasqua nel Signore morto e risorto!

In comunione con Maria, la Vergine addolorata, che ha ricevuto la consolazione della gloriosa risurrezione del suo figlio Gesù.

+ Pier Giorgio Micchiardi

Vescovo di Acqui

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