Acqui Terme

Si coprono i reperti del Palaorto per conservarli

Acqui Terme. I lavori sono iniziati nei giorni scorsi. Sono già stati sistemati i teloni bianchi a protezione dei reperti e, in alcuni punti, anche la ghiaia che permetterà il drenaggio del terreno e una quantità ottimale di umidità. Tutto ciò sta succedendo all’interno dell’area del palaorto in via Maggiorino Ferraris dove una decina di anni fa sono stati scoperti i resti di un quartiere dell’antica Aquae Statiellae.

Una scoperta che, di fatto, bloccò i lavori per la realizzazione del palazzo progettato ma anche una serie di polemiche su come quei reperti dovevano essere gestiti. Oggi, a distanza di dieci anni, il progetto del palaorto non esiste più e nemmeno quello relativo alla musealizzazione di una parte dei reperti. Quelli più preziosi per intenderci, a ridosso della biblioteca civica. A bloccare i sogni di tutti gli appassionati di archeologia ma anche di storia sono i soldi. Ce ne vorrebbero troppi. Probabilmente qualche milione di euro che né la Regione, né la Provincia, il Comune e la Sovrintendenza ai beni architettonici del Piemonte hanno.

Così per preservare quei reperti si è pensato ad una protezione che verrà pagata dall’istituto di credito milanese che ha rilevato l’area. Dapprima verranno sistemati gli appositi teloni, dopodiché sarà posizionata una ghiaia di diverso peso (a seconda dei reperti che si andranno a coprire). I vari strati saranno posizionati in modo da permettere il drenaggio del terreno così come una umidità equilibrata.

Dalla Sovrintendenza arriva poi un messaggio chiaro: si tratta di un’opera non definitiva. Almeno per ciò che concerne la parte più preziosa di reperti. Nel caso in cui, un domani, si dovessero trovare i fondi necessari per progettare un’area museale torneranno alla luce.

Nel frattempo, per ammirarli, ci si dovrà accontentare dei pannelli che saranno posizionati, lungo il perimetro del palaorto. L’idea infatti è quella di sistemare la recinzione esistente, in molti punti rovinata, e dei pannelli in grado di spiegare, con dovizia di particolari, quella pagina di storia locale. Ritrovamenti di epoca romana, tanto importanti da aver fatto siglare una sorta di patto fra Regione, Provincia, Sovrintendenza ai Beni Architettonici del Piemonte e Amministrazione comunale. Un accordo, sottoscritto almeno cinque o sei anni fa, che prevedeva il reperimento dei fondi necessari per rendere fruibile al pubblico almeno una parte di quei reperti. Quelli meglio conservati, consistenti in perimetri di abitazioni e una strada.

Gi. Gal.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio