Ovada

La Sapsa Bed­ding chiuderà, delusione fra i lavo­ratori

Silvano d‘Orba. Le segreterie sindacali provinciali (Marco Sali Filctem Cgil, Roberto Ma­rengo Femca Cisl, Elio Bricola Uiltec Uil) comunicano quanto segueo sulla attuale situazione della Sapsa Bedding, la nota azienda della piana della Ca­raffa, produttrice di materassi in lattice, in crisi da diversi anni.

“Le scriventi Oo.Ss., informate il 16 giugno dal commissario giudiziale incaricato dal Tribu­nale di Alessandria per  la pro­cedura concorsuale di Sapsa Bedding srl dell’imminenza di due chiamate per istanza di fallimento fissate il 27 giugno,  hanno nuovamente sollecitato la convocazione di un tavolo prefettizio, ottenendolo il 20 giugno scorso. Nell’attesa del tavolo, nella stessa data del 16 giugno i lavoratori di Sapsa Bedding sono nuovamente scesi in sciopero, questa volta ad oltranza.

A quel tavolo le Oo.Ss. e le Rsu presenti sono state ragge­late da quanto emerso.

La Sapsa Bedding fallirà. Nulla degli sforzi prodotti sino­ra e degli accordi faticosamen­te raggiunti e gestiti ha più va­lidità.

Il mercato, le difficoltà nella gestione di un’azienda raccol­ta nel 2016 da una situazione difficile, un progetto industriale fumoso e mai realizzato in pie­no, ci hanno portato a questo epilogo.

I soggetti presenti al tavolo, rappresentanti Sapsa e IBB srl, hanno ammesso le difficol­tà ma cercato di spargere tran­quillità per il futuro. La propo­sta per concludere le scarne lavorazioni in essere (bloccate dallo sciopero) e rimuovere lo stato di agitazione è stata la garanzia di pagamento delle giornate che ancora occorrono e il passaggio, prima del falli­mento, di ulteriori 13 lavoratori alle dipendenze di IBB che, a questo  punto, conterebbe su di un organico pari a 25 dipen­denti. Il totale dei lavoratori all’inizio della procedura era di 104, di cui 52 avrebbero salva­to il posto.

L’ennesimo cambio di carte in tavola. E’ l’ennesimo sacrifi­cio chiesto alla parte più debo­le, oltre a quelli già prodotti: re­tribuzioni perse  e mai più esi­gibili, manleve, ritardi nei pa­gamenti ed altre problematiche ancora.

Nonostante tutto, i lavoratori e le Oo.Ss.  hanno sempre cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno.

Questa volta no; questa volta basta. Durante l’assemblea tutti i lavoratori Sapsa presenti hanno ritenuto irricevibile la proposta avanzata e descritta nel verbale redatto in Prefettu­ra nella tarda serata del 20 giugno.

Ma non solo questo, oramai non vedono più all’orizzonte un traguardo o segni tangibili e concreti di una strategia cui af­fidarsi e per cui affrontare ulte­riori e insopportabili sacrifici.

Ora, nell’esiguo tempo anco­ra a disposizione, tutto può ac­cadere. Persino di scivolare rassegnati nel fallimento. Ma le macchine hanno smesso di cantare.

Il miracolo oggi sarebbe sen­tire bussare alla porta e trovar­ci un imprenditore capace che possa rimettere in moto l’enor­me capacità produttiva, tecno­logica e umana della Sapsa Bedding. Auspichiamo che po­litica e istituzioni non ci abban­donino e non perdano la spe­ranza di riuscirci.

Non scriviamo queste righe a cuor leggero! Cgil, Cisl e Uil ci hanno creduto davvero e dav­vero hanno compiuto un mira­colo nell’attivare, unici in Pie­monte e fra i pochi in Italia, un percorso di ammortizzatori so­ciali (che si interromperà pre­maturamente a causa del falli­mento) di 13 mesi, tassativa­mente precluso in situazioni analoghe dalle modifiche legi­slative del 2015.

Serviva un progetto impren­ditoriale; serviva un piano B.

Ma a quello non potevamo provvedere noi”.

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