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L’ex stazione sarà convertita al volontariato?

Canelli. L’ex stazione ferroviaria potrebbe passare nelle “disponibilità” del Comune per essere riconvertita in un centro del volontariato. In questi giorni, a proposito, l’Amministrazione comunale con l’assessore Firmino Cecconato sta conducendo una trattativa con le Ferrovie: «Sì, le Ferrovie statali ci hanno proposto l’affidamento del caseggiato di corso Libertà. Abbiamo discusso ed ora aspettiamo una proposta concreta».

L’ex stazione verrebbe ceduta (questa è la proposta originaria) al Comune per un quinquennio, periodo ritenuto troppo breve per ammortizzare i costi di ristrutturazione dei locali.

Intanto l’area, in completo abbandono, sino a pochi giorni fa, è stata ripulita da Trenitalia.

Restano, invece, i problemi di sempre: i graffiti sui muri, la bottiglia di spumante in pessime condizioni,  il cancelletto d’ingresso pedonale non esiste più. Un paradosso nel cuore della città Patrimonio dell’Unesco. «I termini sono ancora da scrivere – dice il sindaco Marco Gabusi – ma potremmo giungere ad un accordo per cui la municipalità usufruirebbe  dei locali per attività di volontariato e pubblica utilità».

In merito, Giancarlo Benedetti, responsabile della Pro Loco Città di Canelli, dice la sua: «Nel 1987 ebbi la fortuna di conoscere il direttore generale delle Ferrovie Statali che mi propose di fare domanda per avere, come Pro Loco, la gestione di tutto il piano terra e l’ “Ala” della stazione, con una convenzione per la quale si sarebbe pagato nessun compenso, ma solamente avremmo dovuto curare il giardino con la sua famosa bottiglia dello spumante canellese.

Avevamo trovato anche il contributo della Regione pari al 75% dell’importo di un capitolato del progetto per la modifica della struttura che  aveva preparato il geometra Bruno Salvetti. Nel frattempo scoprimmo che la Pro Loco non era una emanazione del Comune, ma un’associazione privata, per cui la locazione doveva essere fatta tra le Ferrovie e il Comune che avrebbe potuto affidare la gestione alla Pro Loco».

E Benedetti, nella sua sempre espansiva esuberanza, si lasciò anche scappare che  una parte dei locali sarebbe stata adattata ad una esposizione e vendita di prodotti tipici di vini locali con abbinamento alla ‘sua’ tipica farinata.    «Il Comune ha tergiversato nella presentazione della domanda e tutto decadde».

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