Cairo M.tte

Comunicato Valle Bormida Pulita: allarme ACNA a vent’anni dalla sua chiusura

Cairo Montenotte. Allarme ACNA a vent’anni dalla sua chiusura imposta dopo dodici anni di lotta incessante delle popolazioni di Valle Bormida, che raggiunse notorietà nazionale. Il colossale ammasso di sostanze tossiche confinate e non rimosse alla ex Acna di Cengio (oggi ,Syndial/ENI)  incomberà in eterno sulla Valle Bormida piemontese: per il trattamento della ineliminabile produzione di reflui causati dal dilavamento delle acque meteoriche e di falda. Pier Giorgio Giacchino, dalla sintesi storica degli eventi, ripercorre le ferite rimaste aperte dalla chiusura: i danni alla salute passati e presenti nascosti e negati, la pessima messa in sicurezza spacciata per bonifica, le stesse migliorate condizioni superficiali del  Bormida che non dicono nulla, anzi possono nascondere lʼamplissima varietà delle molecole generate dallʼinconfondibile DNA ACNA. Il  più antico e noto disastro ambientale di questo Paese è altresì una costosissima occasione perduta di rinascita: spesi oltre 350/400 milioni di euro e con risarcimento ancora a zero. Si direbbe un fallimento senza precedenti.  “È dʼobbligo per tutti una exit strategy da questa storia infinita” conclude Giacchino.

Commenta Roberto Meneghini.

Da un bel po’ di tempo, a parte gli addetti ai lavori – o gli abitanti della Valle Bormida -, l’ACNA non faceva pi parlare di s. Poteva sembrare una “storia” risolta, conclusa – come nelle favole – col bacio finale tra i protagonisti. E, invece, PAFF! Il ritorno alla realt. A rompere lidillio – o meglio il silenzio – ecco lagitazione delle Associazioni ambientaliste immediatamente raccolta da quella parte di amministratori locali di buona memoria che rilanciano verso le Istituzioni il loro allarme: c qualcosa che non va. Forse molto non va. ACNA, che per lennesima volta nella sua storia aveva cambiato nome ed ora, allanagrafe, Syndial/ENI, si sentita nuovamente al centro dellattenzione mediatica (con tutti rischi che ci comporta qualora vi siano marachelle da nascondere) e ha dato un colpo dacceleratore: vuole una VIA particolare (ex post), sia per uscire dalla diatriba aperta dalla Procedura dinfrazione della Comunit Europea e sia per mettere la parola fine ad un impegno economico stratosferico. Ma anche per stoppare le richieste di risarcimento ambientale della comunit locale. Ma uscire, come? Governare la VIA ex post, governare i Collaudi, governare le Regole? E possibile per chi detiene il potere economico e, di principio, ha in mano larma del ricatto politico, ma anche potendosi comunque appuntare sul petto la medaglia donore di Grande Societ Bonificatrice da spendere sul mercato internazionale ormai globale. La Democrazia, lo sappiamo, unaltra cosa ma spesso dimpiccio agli affari anche quando si muovono in un presunto interesse pubblico. Come era dimpiccio una gestione commissariale troppo aperta al dialogo ed alle osservazioni e troppo trasparente rispetto alle procedure. Anche allora, PAFF! E basta con lingombrante public relations. Anche, e soprattutto, con chi avrebbe avuto il diritto di sapere e la capacit di capire. Propongo, come primo acchito informativo sullo stato dellarte, la voce di Pier Giorgio Giacchino (Jack, da quando eravamo compagni di scuola) che in tutti questi anni si saputo ritagliare un ruolo di primo piano tra gli amministratori della Valle Bormida. E anche tra gli ex lavoratori ACNA di cui ha fatto parte. Non la voce di un ambientalista, n di un sindacalista, ma riassume la sensazione diffusa di malessere che percorre la Valle in questi giorni. Intanto ci stiamo riorganizzando”. Roberto Meneghini

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