Valle Belbo

Santo Stefano Belbo, è nata l’associazione “Aroma di un territorio”

Santo Stefano Belbo. L’associazione “Aroma di un territorio”, di recentissima costituzione e raggruppa giovani produttori decisi a valorizzare il vino Moscato Secco, compie da subito passi rilevanti e riscuote i primi positivi riscontri: è quanto è successo nell’ultimo periodo in occasione di diversi eventi tra cui, ad esempio, “Abaccabianca” ospitato al castello di Costigliole d’Asti: una kermesse dedicata ai prodotti da vitigni a bacca bianca – proprio come il Moscato – dove la versione Secca proposta da questi giovani vignaioli di Langa ha riscosso un particolare successo ed è stata protagonista di un forum di approfondimento. Per i prossimi mesi il gruppo ha ancora in programma azioni promozionali attraverso eventi che verranno proposti a Torino, Milano e nella Riviera Ligure. Dopo i primi passi che hanno decretato la costituzione del sodalizio, si è definito ed è stato annunciato anche l’organo direttivo che vede Simone Cerruti (Castiglione Tinella) ricoprire la carica di presidente, Gabriele Saffirio (Camo di Santo Stefano Belbo) vicepresidente vicario; Guido Vada (Coazzolo) vicepresidente; Fabio Grimaldi (Cossano Belbo) è il segretario mentre Emanuele Contino (Castiglione Tinella) è il tesoriere e Francesco Bocchino (Santo Stefano Belbo) è consigliere. Il disciplinare di produzione del loro vino, redatto con lo specifico intento di proteggere caratteristiche e qualità, svela finalmente il marchio registrato “Escamotage” dove la località di Camo è posta al centro ed in evidenza per sottolineare le peculiarità delle zone d’origine ed anche il luogo dove trova la sede l’associazione, nei locali dell’ex Municipio circondati da un magnifico belvedere. Il nome nasce naturalmente dal gioco delle parole e interpreta anche la “soluzione” – dichiarata dalla traduzione – ricercata per valorizzare in modo nuovo il frutto di una terra ricca e antica. Il marchio compare già sulle bottiglie dei diversi produttori nella forma di un bollino, che affianca il nome di ciascun Moscato Secco proveniente dalle cantine di ognuna delle aziende.

La lettura del disciplinare che si è imposto questa associazione offre suggestioni contadine, ambientali ed anche poetiche: i diversi articoli del documento regolatore portano direttamente in vigna o in cantina, nei cortili delle aziende e sui versanti, insomma là dove il vino nasce e matura. Oltre alla denominazione viene definita la base ampelografia, la zona di produzione, le norme per la viticoltura e la vinificazione e quelle relative al consumo. E tra le righe scritte colpisce certamente una precisa volontà: È totalmente vietato l’utilizzo di diserbanti chimici sia nel sottofila che nel filare, sulle vigne destinate a questa produzione. Una scelta che è manifesto, che lascia intravedere il preciso pensiero di questi giovani produttori rivolto alla tutela e, per via riflessa, anche al turismo e al consumatore attento. L’associazione attira l’attenzione ed inizia già a crescere accogliendo, proprio in questi giorni, i produttori di due nuove aziende: si chiamano Stefano e Daniele Cerutti di Perletto, della omonima azienda agricola, e Luca Amerio di Moasca della Tenuta Il Nespolo: altri giovani che sono entrati a far parte di questa nuova famiglia di coraggiosi vigneron, felici di condividere passione ed entusiasmo per un progetto che si porta dietro tutto il rispetto dovuto alle tradizionali vinificazioni delle nostre colline, insieme ad una nuova decisa volontà di ricambiare quei valori che questo territorio sa donare.

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