Ovada

Intervista di inizio anno al sindaco di Ovada Paolo Lantero

Ovada. Intervista di inizio anno al primo cittadino di Ovada, il sindaco Paolo Lantero.

– A poco più di sei mesi dall’inizio del tuo secondo mandato amministrativo, come ti sembra sia attualmente la città, i suoi bisogni, le attese dei cittadini, i desideri della gente?

“Questo secondo decennio del secolo appena terminato ha decisamente cambiato tutto ed inevitabilmente un po’ tutti. È il decennio che più di altri mi sembra abbia messo in discussione le certezze su cui ogni italiano tendeva a poggiare i propri orizzonti, le proprie speranze e gli obiettivi di vita. Sono cadute certezze quali quelle di poter fare affidamento al welfare che ha sempre contraddistinto la nostra società.

Parlo di cose semplici, per esempio, la sanità, i trasporti. Curarsi oggi è sempre più difficile, soprattutto per le persone più deboli. Faccio un esempio un po’ crudo ma che purtroppo “misuro” in modo sempre più frequente. Le cure dentistiche: la sanità pubblica non propone uno spazio reale di intervento e molti si trovano nella situazione di non poter più far fronte a queste spese. Genericamente essere curati è oggi più difficile, le cure spesso vanno cercate lontano dai luoghi in cui si vive (ciò vale soprattutto per le periferie), e se per alcune cure è giusto che sia così, per altre (quelle di base) ciò non deve essere.

Altra questione che in questi giorni si fa sempre più rilevante è quella dei trasporti pubblici. I limiti palesati dalle infrastrutture viarie, sia per il traffico su gomma che su ferro, impongono al più presto una profonda riflessione, in particolare su quanto sia prioritario e non più rimandabile. Parlo di un ripensamento su cosa possa rappresentare il traffico ferroviario in termini di risposta a chi si muove soprattutto per lavoro, con una offerta di trasporto su treni che possa davvero tornare quella di un tempo in termini di quantità per ciò che attiene alle coppie di treni presenti sulle linee (la Acqui-Ovada-Genova e la Ovada-Alessandria) e di  qualità. È necessaria una politica opposta a quella messa in campo dalle Regioni e dallo Stato in questi anni. Politica basata su un fuorviante concetto di risparmio cercato e spesso non trovato, che ha significato solo una forte riduzione di servizio, soprattutto in periferia.

Oggi alla luce di quanto accade sulle nostre strade, autostrade, sui nostri ponti traballanti, sui nostri pendii che franano è doveroso rivalutare l’approccio globale ponendoci un nuovo punto di vista alternativo, in cui “servizio pubblico” ritorna ad essere il punto centrale  da cui ripartire”.

Seguono altre sette domande, che si possono leggere sul cartaceo del giornale, in edicola giovedì 9 gennaio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio