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Nasce l’associazione Coldiretti Bio

Nasce Coldiretti Bio, presieduta da Maria Letizia Gardoni, la task force di aziende ed esperti per un settore che, a livello nazionale, vale 7,5 miliardi di euro tra consumi interni ed export.

Ed è boom di consumi di alimenti Bio anche sul territorio alessandrino dove gli operatori certificati, tra produttori e trasformatori, sono circa 400.

L’emergenza Covid spinge la voglia di salute e sicurezza dei consumatori che aumentano del 7% gli acquisiti di prodotti Bio Made in Italy sfiorando il record di 7,5 miliardi di euro di valore fra mercato interno ed esportazioni.

È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Biobank che evidenziano peraltro che le vendite nell’ultimo decennio di crescita ininterrotta sono più che raddoppiate (+122%).

Dal 2020 al 2021 si registra una crescita su tutti i canali di spesa, dai supermercati (+4,3%) ai negozi (+7,8%) fino agli altri canali alternativi, come i mercati degli agricoltori, che segnano una crescita del 4% sull’anno.

La crescita delle vendite sostiene l’aumento della produzione nazionale fornendo una spinta al raggiungimento degli obiettivi della strategia Farm to Fork del New Green Deal dell’Unione Europea che punta ad avere almeno 1 campo su 4 (25%) dedicato al bio in Italia.

“L’Italia è il primo Paese europeo per numero di aziende impegnate nel biologico con 70mila produttori e 2 milioni di ettari di terreno coltivati. Per questo – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – occorre approvare subito la legge nazionale sul bio che prevede anche l’introduzione di un marchio per il bio italiano per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale. Il provvedimento sostiene anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione”.

La svolta green degli italiani è testimoniata anche dal boom dei mercati contadini a chilometri zero indicati dal 73% degli italiani come il luogo dove tornare a fare acquisti, secondo Coldiretti/Censis, spinti anche dalla volontà di recuperare o mantenere il rapporto diretto, di fiducia tra consumatore e azienda agricola.

“Un’opportunità resa possibile dal fatto che l’Italia è il Paese della Ue con la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 12.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Un sistema organizzato da nord a sud del Paese che non ha solo un valore economico ma svolge anche un’importante funzione sociale durante l’emergenza sanitaria spingendo la riscoperta della vita di comunità, sostenendo la libertà di scelta e la consapevolezza dei consumatori nella scelta dei prodotti, promuovendo l’educazione alimentare, diffondendo la conoscenza dei territori”.

Con quasi due italiani su tre (64%) che mettono prodotti bio nel carrello occorre difendere i consumatori e garantire la trasparenza degli acquisti con anche l’introduzione di un marchio per il bio italiano per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale. Bisogna assicurare una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione.

Un passo importante per dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici Made in Italy dinanzi all’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, che spesso non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei. Infatti, i cibi e le bevande stranieri sono sei volte più pericolosi di quelli Made in Italy con il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari che è stato pari al 5,6% rispetto alla media Ue dell’1,3% e ad appena lo 0,9% dell’Italia, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Efsa.

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