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Unione Montana Langa Astigiana Val Bormida: il capettro della Langa Astigiana

Roccaverano. L’Unione Montana Langa Astigiana Val Bormida rilancia il Capretto della Langa Astigiana allevato con latte materno. Dell’argomento se ne parlerà all’agriturismo San Desiderio di Monastero Bormida venerdì 25 marzo, alle ore 20, nel corso dell’incontro verrà anche proposto un menù a base di capretto della Langa Astigiana allevato con latte materno (tagliere di salumi di San Desiderio, sformato di verdure di stagione con fonduta di Robiola di Roccaverano Dop ravioli di capretto al plin, capretto a la Cruz, metodo di cottura lenta a fuoco vivo con patate al forno, capretto al forno con carciofi, dolci). A dare il benvenuto dsarà la presidente dell’Unione Montana Pierangela Tealdo, sindaco Vesime.

Al progetto aderiscono 11 allevatori: Abrile Giuseppe di regione Ovrano 34 di Roccaverano;  Barisone Bruna di Cà Soprana di Mombaldone; Buttiero Dotta Adelaide di regione San Gerolamo di Roccaverano; Ferrero Lorenza di Pian dello Sverzo di Serole; Ghione Enrica Franca  di regione Picollo Boglioli di Roccaverano; Musolino Giuseppa di regione Tassito di Roccaverano; Nervi Gian Franco di cascina Caramello di Roccaverano; Pistarino Daniela di regione Tatorbadi San Giorgio Scarampi; Rossello Enrico Rocco di regione Ceretta Tatorba di Roccaverano; Società Cooperativa La Masca di regione Cova di Roccaverano; Traversa Wilma di regione Langa Boglioli di Olmo Gentile.

“Nei decenni scorsi – rimarca il vice presidente dell’Unione Montana Marco Listello, sindaco di San Giorgio Scarampi – una fonte di reddito importante dei Comuni facenti parte della Unione Montana in particolare quelli posti più in alto, era rappresentato dalla vendita dei capretti.

Un momento commercialmente importante era senza dubbio rappresentato dal mercato di   Monastero Bormida frequentato nei due giovedì antecedenti la Pasqua da diversi commercianti che, per accaparrarsi i capretti che i contadini portavano in loco e vendevano direttamente, giungendo anche dalla Lombardia e dalla Liguria.

Dagli anni ’90 in poi a causa delle severe disposizioni sanitarie questa tradizione si è interrotta e con essa la possibilità di ottenere dalla vendita dei capretti un buon guadagno.

Parallelamente l’allevamento caprino si è sviluppato grazie al buon andamento del settore lattiero – caseario ed è cresciuto di molto sia il numero di aziende che il numero di capi allevati trascinato dal successo della Robiola di Roccaverano D.O.P.”.

L’Unione Montana Langa Astigiana Val Bormida intende promuovere, nell’ambito del turismo montano, in piena sintonia con le direttive comunitarie in tema di benessere animale, l’allevamento del capretto a contatto con la madre e alimentato con latte materno, in modo da ottenere un prodotto che vada a differenziarsi da quello di importazione e che quindi riesca a spuntare un prezzo adeguato.

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