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CIA: “la crisi idrica va affrontata con piani europei di adattamento climatico”

Ovada. “30 millimetri di pioggia appena sufficienti a sciogliere il concime e far crescere il mais, -50% il grano. La pioggia del 2 aprile ad Ovada ed in zona non basterà a sanare gli oltre 100 giorni di siccità nei campi, se non sarà omogenea, costante e prolungata. Servirebbero almeno 100 millimetri di acqua nell’arco di una settimana per dare respiro ai terreni arati o seminati. La siccità ha fatto già fuori il 50% del grano precoce in Italia, sia duro che tenero, in una stagione già instabile per l’assenza di import dall’Ucraina in guerra e granaio d’Europa” – così ha affermato la Cia.

Per la Confederazione italiana agricoltori è l’ennesima prova che “la crisi idrica va affrontata con piani europei di adattamento climatico, più ricerca e innovazione a portata delle aziende agricole e con una nuova rete idraulica per il Paese.

Varietà precoci di frumento su terreno torboso avranno perdite superiori e fino al 50%. Quanto alle tardive, se pioverà bene e arriverà nutrimento, il danno sarà più limitato per via del ciclo più lungo di maturazione ma la perdita del 20% causa secca sarà irrecuperabile.

La combinazione tra condizioni del terreno e portata della pioggia fa la differenza. Se compatto c’è il rischio di ristagno e, quindi, fallanze e malattie fungine; se troppo arato, con poca acqua si può solo disperdere umidità, quando servirebbe anche contenere, a beneficio della concimazione e della qualità. Senza contare, in un’Italia disastrata a livello idrogeologico, il pericolo frane per fenomeni temporaleschi estremi.

Serve pioggia fino a maggio ma le previsioni parlano ancora di instabilità e di cambi bruschi delle temperature, che riaccendono le preoccupazioni per le gelate tardive”.

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