Acqui Terme

Alle assemblee di Zona Confagricoltura di Novi e Acqui / Ovada focus su Pac e Psr

Acqui Terme. Oltre cento agricoltori di Confagricoltura Alessandria sono intervenuti alle assemblee di Zona di Novi (giovedì 26 gennaio nella sala Conferenza del Forno dell’Antica Ricetta) e Acqui Terme/Ovada (venerdì 27 gennaio nella sala Conferenza dell’Hotel Meridiana). Il tema principale ha riguardato le novità sulla riforma Pac per il quinquennio 2023 – 2027 e Psr.

I lavori si sono aperti, in entrambe le assemblee, con i saluti della presidente provinciale Paola Sacco, del direttore Cristina Bagnasco, dei presidenti di Zona, Enrico Lovigione per Novi e Michela Marenco per Acqui / Ovada, e dei direttori Paolo Castellano per Novi e Matteo Ferro e Simona Montobbio per Acqui / Ovada.

Si è parlato di innovazione e di futuro. Il presidente Sacco ha evidenziato il dato sugli investimenti per l’agricoltura 4.0 dell’ultimo biennio: in provincia di Alessandria gli agricoltori di Confagricoltura hanno investito per oltre 31 milioni di euro di cui 2.354.708 nella zona di Novi e 1.681.634 nella zona di Acqui / Ovada. Si tratta di investimenti fatti per il miglioramento tecnologico e che vanno nella direzione della sostenibilità ambientale che, per il mondo agricolo, è da sempre una priorità.

Grande interesse hanno suscitato le relazioni tecniche di Roberto Giorgi e Giovanni Reggio sulla riforma della politica europea e sui piani di sviluppo rurale che incideranno per i prossimi anni sul comparto agricolo.

La riforma della PAC (politica agricola comune) accelera ulteriormente sul finanziamento di misure destinate all’ambiente e, indirettamente, alla tutela del lavoro dipendente.

Oltre a quasi tutte le misure previste dallo sviluppo rurale che fanno della sostenibilità l’obiettivo principale, anche una parte molto importante della dotazione finanziaria a disposizione dell’agricoltura comunitaria per il sostegno diretto, dovrà essere utilizzata per l’adozione facoltativa di 5 misure di matrice nettamente ambientale.

Questi cosiddetti ecoschemi porteranno agli agricoltori professionali che vi aderiranno un vantaggio abbastanza limitato mentre, almeno nelle intenzioni e previsioni dei legislatori, garantiranno un netto miglioramento in tema di sostenibilità e riduzione dell’impatto ambientale delle pratiche agricole.

All’agricoltura viene richiesto un impegno crescente in materia di tutela dell’ambiente che chi vive di agricoltura e si scontra quotidianamente con le difficoltà agronomiche, economiche e purtroppo anche burocratiche del proprio lavoro, accetta con orgoglio, aderendo a misure anche di non immediata utilità personale ma di valore comune, nella speranza che questo ruolo venga riconosciuto in senso alla società civile che è diretta destinataria dei vantaggi descritti.

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