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Presidio provinciale per dire “no” alle guerre e “sì” alla cultura della pace

Pace subito tra Israele e Palestina. No al terrorismo di Hamas e no alla guerra di Netanyahu.
Sì alla soluzione di due popoli in due Stati”. Per la Giornata mondiale per i diritti umani promossa dall’ONU lunedì 11 dicembre alle ore 17 si terrà un presidio ad Alessandria in corso Crimea, davanti al monumento che ricorda le vittime di tutte le guerre, spesso inconsapevoli di chi ha assurdamente
organizzato guerre per ottenere una presunta e aleatoria pace.

Promuovono: Associazione per la pace e la nonviolenza di Alessandria; ACLI e ANPI sede provinciale; Assefa Alessandria; Associazione Memoria della Benedicta; Città Futura; Equazione; ISRAL; Istituto
Cooperazione Sviluppo; Laboratorio Sinthesis; Libera contro le mafie; L’ulivo e il libro.

«Restiamo inorriditi dalla barbarie del terrorismo di Hamas e dalla guerra condotta da Netanyau. Chiediamo la liberazione di tutti gli ostaggi come la fine delle violenze contro la popolazione civile di Gaza e della Cisgiordania, per interrompere le gravissime violazioni dei diritti umani.

Cessate il fuoco per evitare ulteriore spargimento di sangue! Si aprano canali umanitari per soccorrere la popolazione! Ha detto Liliana Segre, presidente della Commissione per il contrasto a fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza: “…Voglio continuare a coltivare la speranza, la fiducia, dirò l’utopia. L’utopia di un mondo che ripudia la guerra e il terrorismo, l’antisemitismo, l’islamofobia e ogni tipo di razzismo e discriminazione, che contrasta l’odio dilagante nelle strade ma anche sui social e nell’universo online, con la cultura della pace, del confronto, del
rispetto, della solidarietà.

…In questo momento bisogna piangere per i bambini di ogni nazionalità, di ogni colore e di ogni credo perché i bambini sono una cosa sacra e non vanno toccati per nessun motivo e sotto nessuna latitudine”. Il ruolo dell’ONU resta fondamentale per soccorrere le popolazioni civili, per impedire come forza di interposizione nuovi focolai di guerra al confine tra Libano e Israele, per riprendere e rinsaldare la via diplomatica che porti al riconoscimento tra Israele e Palestina di due popoli in due Stati, per
portare ad una soluzione di pace duratura e stabile. Nel 1984 l’assemblea dell’ONU proclamava “che i popoli del nostro pianeta hanno un sacro diritto alla pace”. Non dobbiamo rassegnarci alla guerra in
Medio Oriente, come in Ucraina e nei luoghi di conflitto presenti oggi nel mondo”.»

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