Cairo M.tte

Presentato il libro del dott. Salmoiraghi su “Savona e i marchesi De Mari”

Cairo M.tte C’erano in tanti sabato pomeriggio ad ascoltare la storia di “come eravamo” sullo sfondo dell’ascesa e del declino della famiglia De Mari, in occasione della presentazione del volume scritto da Angelo Salmoiraghi “Savona e i marchesi De Mari. Documenti inediti dal XVII a XX secolo”.

Libro De Mari - Da sin. a dx - l'autore dott. Angelo Salmoiraghi, la figlia p.ssa Paola, Giannino Balbis e il presidente SOMS Gian Carlo Callegaro
Da sin. l’autore dott. Angelo Salmoiraghi, la figlia p.ssa Paola, Giannino Balbis e il presidente SOMS Gian Carlo Callegaro

Ad aprire la conferenza il padrone di casa, il Presidente della SOMS, Giancarlo Callegaro, e il Sindaco Paolo Lambertini. A seguire l’intervento di Giannino Balbis, che ha ricordato la passione per la ricerca storica dell’autore, passione che lo ha portato, in 50 anni, a consultare gli archivi di mezzo mondo, per raccogliere una mole notevole di documenti di ogni genere.

Il professore, nel portare i saluti della Fondazione De Mari a cui si deve la pubblicazione del libro, ha raccontato il motivo per cui è stato scritto: una sorta di commissione assegnata dalla stessa Fondazione per raccontare, attraverso documenti fino ad oggi sconosciuti, la storia della famiglia cui si deve l’istituzione della Cassa di risparmio di Savona.

Il libro è stato raccontato per immagini dall’autore e da sua figlia, la p.ssa Paola Salmoiraghi.

Le prime immagini proiettate sono state vecchie foto della Cairo ottocentesca.

Angelo Salmoiraghi ha rivelato di aver raccolto così tanto materiale certamente per passione, ma anche in virtù della promessa fatta alla Marchesa De Mari, Giuseppina Fumagalli, di fare “buon uso” dei racconti e dei documenti a lui fatti e donati.

copertina libro "Savona e i marchesi De Mari"Cairo nell’ottocento

Cairo con il Suo castello, le sue vie, le piazze, le osterie, le case, i palazzi.  Le immagini scorrono e il pubblico riconosce nel paesaggio e nelle strutture i grandi cambiamenti intercorsi negli anni. Una foto ritrae adulti, bambini e animali sul fiume in una giornata di calura estiva. Luciano Miglietti, presidente per anni della SOMS, racconta al microfono un divertente aneddoto. Quando lui era bambino, il mercato si teneva in piazza XX settembre e lì venivano portati anche gli animali; i bambini si divertivano a rubare le carrube e a far cadere le ceste con gli animali per scatenare un po’ di panico e qualche risata.

Qualcuno nel pubblico ricordava la scena o scene simili, magari per esserne stato protagonista, altri se la sono immaginata, ridendo, anche per il piacere di ascoltare qualche parola detta nel nostro bel dialetto.

Ha fatto tenerezza vedere così tante persone in posa davanti alla macchina del fotografo Peluzzi.

La fotografia era un evento.

Ed ecco tanta gente in Piazza Stallani, la piazza dove esattamente oggi 152 anni fa nacque Federico Patetta. Viene ricordata la lapide che lì si trova e letto il testo, mentre viene lanciato un invito a guardare la nostra città con gli occhi un po’ più aperti e il naso all’insù.

Foto di Via Buffa, il Ghetto.

La via dei ciabattini, intitolata ad un poeta, giornalista e docente, amico di Abba che proprio qui è nato nel 1838 e qui ha studiato, come ricorda lui stesso parlando di sè in terza persona: “Nacque in Cairo  Montenotte il 6 ottobre 1838 e visse, come tutti ragazzi di quei tempi, fino agli 8 o 9 anni con poco tormento di scuola presso le scuole  comunali del ghetto”.

La foto del Riformatorio e quella della Caserma degli Alpini.

Le bancarelle e le botteghe artigiane.

Il campo di aviazione, il Tecchio, la Vesima.

Le donne che lavano nella Bormida, termine come ha ricordato Giannino Balbis, di genere femminile.

Il Professore, nel sottolineare come si debba correttamente scrivere Val Bormida e non Valbormida, si è soffermato sull’etimo incerto del nostro fiume. “Burmia”, attestato fin dal 1137, potrebbe derivare da una base preromana indoeuropea *gwhormo = caldo. Fiume dalle acque calde dunque, con riferimento anche alla non lontana Acqui Terme.

Un mondo di contadini ritratti mentre arano i campi dietro al Castello.

Libro De Mari - L'intervento di Don Aldo Meineri
L’intervento di Don Aldo Meineri

Un’opera di Carlo Leone Gallo, “Il vangatore”, è stata ben descritta da Don Aldo Meineri. Gallo è stato etichettato da alcuni come accademico, con un giudizio ingiustamente riduttivo. L’artista ha fatto invece notare i tratti di maestria, di sapienza, di modernità di Gallo, nato e morto a Cairo all’età di 84 anni. Le opere del pittore cairese sono negli Stati Uniti, in Germania, Francia, nei Musei di Savona, Genova, Roma, in numerose collezioni private italiane e straniere.

(Don Aldo, nel suo intervento, ha avuto modo di ricordare anche la figura del sacerdote Don Nino Parodi, che fu parroco di Cairo Montenotte dal 1975 al 1982, anno della sua prematura morte, con Don Sandro Rossi e Don Elia Eliseo. Fu una delle prime esperienze di comunione sacerdotale in ambito parrocchiale, con Don Nino mediatore e garante, agli occhi del Vescovo della Diocesi di Acqui, delle molteplici e innovative iniziative messe in atto dalla inedita triade di co-parroci cairesi. Don Nino Parodi, anch’egli appassionato di storia locale, collaborò con il Dott. Angelo Salmoiraghi, di cui divenne grande amico, nella ricerca, traduzione e catalogazione di molti documenti relativi alla storia di Cairo e della Valle Bormida. Don Aldo ha ricordato anche che fu grazie a Don Parodi che il settimanale diocesano L’Ancora, da lui diretto negli anni 70, iniziò ad essere introdotto anche in Valle Bormida con un crescente interesse da parte dei molti lettori che, in breve tempo, portarono ad oltre mille copie la diffusione del settimanale a Cairo M.tte e paesi limitrofi. – NDR)

Lo stemma dei marchesi De Mari
Lo stemma dei marchesi De Mari

Lo stemma Durazzo-De Mari campeggia e inizia il racconto della famiglia De Mari.

Si comincia con Ademaro che sposa, nel 1834, Nicoletta Durazzo. Il libro, ricchissimo di immagini, è un racconto inedito sui legami della famiglia De Mari con Savona e dintorni. Si giunge a Giuseppina Fumagalli, che va in sposa nel 1914 a Gerolamo (NIno) De Mari. Lei, appartenente all’abbiente famiglia di industriali tessili, era diventata un partito obbligato per i marchesi in declino economico. In molti nel pubblico ricordano bene la Marchesa di Cairo, che muore nel 1983. Pochi anni dopo muore anche la figlia, Giuliana, la marchesina, donna dolce e modesta. Come scrive l’autore nell’introduzione: “I documenti provenienti dall’archivio della famiglia De Mari integrano le nostre conoscenze sulle vicende storiche di Savona. Ne scaturisce un racconto inedito sui legami di questo illustre il casato con la città e con i paesi limitrofi. Se poco sappiamo degli avvenimenti del XVII e XVIII secolo, è sicuramente l’Ottocento a fornirci le notizie più interessanti. Il secolo del vescovo Agostino Maria De Mari, del nipote Ademaro con il figlio Marcello, promotori e testimoni dello sviluppo socio-economico della città.

 Sui terreni della loro grande tenuta, oltre le vecchie mura, sorgono nuovi quartieri, il teatro Chiabrera, l’ospedale San Paolo, la stazione ferroviaria. Grazie all’amministrazione oculata del senatore Marcello, l’incessante espressione urbanistica di Savona intacca solo parzialmente il patrimonio De Mari. Le vicende familiari del senatore invece sono contrassegnate da lutti discordi: le figlie Nicoletta e Bianca muoiono in tenera età, il figlio Domenico muore nel collegio di Moncalieri a 16 anni, la figlia Maria, moglie del marchese Marco Saluzzo di Paesana, muore di parto a soli 26 anni, il primogenito Ademaro viene diseredato dalla madre. 

L’erede designato, Gerolamo, dilapida l’intero patrimonio degli anni spensierati della Belle époque. 

Nella primavera del 1913, alla morte del senatore, tutte le proprietà vengono cedute ai creditori del figlio. 

Il legame di questa famiglia con la città di Savona si conclude malinconicamente nell’autunno del 1914. 

Per i De Mari è l’oblio”.

Paola Salmoiraghi

Libro De Mari - Il folto pubblico presente con il Sindaco Lambertini in primo piano
Il folto pubblico presente con il Sindaco Lambertini in primo piano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio